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Riflessi di Città

BUONA PASQUA DI RESURREZIONE A TUTTI


    Vi sono dei significati nella liturgia pasquale che spesso vengono solo superficialmente considerati. Il primo è il valore dato alla morte. Basta guardare la nostra società ed i comportamenti degli uomini. Quali nefandezze, quanta pusillanimità ed estesa mediocrità si consumano per sfuggire al rischio della morte e tenere lontano il dolore dal nostro corpo. La morte è violenza, la sofferenza è violenza, se ci condizionano fino ad impedirci di compiere le azioni ritenute più giuste. Spesso ci accontentiamo del nostro cantuccio caldo ed evitiamo di navigare per l’ampio mare. Al contrario di Cristo, che prese invece la via del mare.
    Altro significato riguarda la libertà. Comunque la si pensi, è innegabile il simbolismo che gira intorno alla figura di Cristo. Egli scelse lo scontro con il potere vigente, per ottenere per tutti il diritto a sentirsi uomini; ma tale scontro puntava soprattutto sull’affrancamento dell’uomo da se stesso, dai propri impedimenti morali, prima ancora che economici e politici. È la più grande rivoluzione che si possa chiedere, l’affrancamento da se stessi, la libertà da un tiranno che può diventare il proprio io. Diceva un grande filosofo contemporaneo: “Quando l’uomo metterà al posto del proprio io il volto dell’altro, un volto da accarezzare, da amare, allora esploderà la pace”.
    Ma la pace non può esplodere senza contrasto, senza che l’uomo, emendato, si levi dalle sue ceneri. La storia della morte e resurrezione di Cristo c’insegna che se non si muore non si può risorgere. La donna che mette al mondo un bambino, muore contemporaneamente come figlia per diventare madre; l’uomo che decide di operare con coraggio deve prima uccidere la propria codardia e, se vuole decidersi ad andare in caserma a denunciare un mafioso o un malfattore, deve innanzitutto distruggere in sé la paura. La vita è combattimento continuo, con se stessi prima ancora che con gli altri. Distruggere il passato, e con esso la nostalgia, è l’unico modo per conquistare il presente e sognare un futuro. Nessuno s’illuda: non c’è pace senza conflitto.
    Solo la guerra, questi nostri giorni ce lo ricordano ogni munito e particolarmente nella solennità pasquale, solo la guerra lascia dietro di sé morte e distruzione, irrimediabilmente, senza consentire successivi ravvedimenti o resurrezioni.


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